La mail di conferma dell'appuntamento si conclude con la seguente frase:"Ci chiedevamo, con le mie amiche se porterai anche le famose palline di cui si parla nelle cinquanta sfumature di grigio..."
Evito di rispondere di getto, come mio solito. Io le cinquanta sfumature non le ho lette...ne' mai le leggero'! Ci ho provato, ma non ce l'ho fatta! Ringrazierò per sempre la fantasiosa quanto tenace autrice ( tre, e' riuscita a scriverne tre!!!), che ha permesso alle donne di pensare al proprio piacere, di leggere un libro erotico sulla metropolitana e sull'autobus, di parlare di se' come portatrici sane di godimento...grazie a lei si parla, si riflette, ci si confronta di più, grazie a lei si parla di piacere femminile, di eccitazione femminile, di desideri femminili... ma non riuscirò a leggerlo, lo so!
Quindi, quali saranno queste palline di cui si parla nel best seller dell'anno?
Scrivo subito alle mie colleghe. Quali sono? Come sono fatte? Ce le abbiamo?
Certo che ce le abbiamo, sono le nostre palline della Geisha!!!
Bene, rispondo, che certo che ce le ho in borsa, le mitiche palline di Mr. Grey.
E subito dopo, eccomi a cercare la scena delle palline sul libro dell'anno.
Mi costringo e vi costringo a leggerla.
E.L. James.scrive così:
“«Scendi dal letto. Mettiti qui.» Indica il pavimento, e io obbedisco. Mi guarda fisso, con una promessa scintillante negli occhi. «Ti fidi di me?» sussurra.
Annuisco. Apre la mano, e sul suo palmo ci sono due sfere d’argento, lucenti, legate da uno spesso filo nero.
«Queste sono nuove» dice con enfasi.
Lo guardo senza capire.
«Ora te le metterò dentro e poi ti sculaccerò, non per castigo, ma per il tuo piacere, e il mio.» Si interrompe, davanti alla mia espressione attonita.”
“Dentro di me!” Ho un sussulto, e tutti i muscoli del mio ventre si contraggono. La mia dea interiore sta
facendo la danza dei sette veli.
«Poi scoperemo e, se sei ancora sveglia, ti darò qualche informazione sugli anni della mia infanzia. Va bene?»
Mi sta chiedendo il permesso! Senza fiato, annuisco, incapace di parlare.
«Brava bambina. Apri la bocca.»
“La bocca?”
«Di più.»
Con delicatezza mi infila le sfere in bocca.
«Devono essere lubrificate. Succhia» ordina, con voce dolce.
Le sfere sono fredde, lisce, più pesanti di quanto immaginavo, e hanno un sapore metallico. La mia bocca asciutta si riempie di saliva mentre esploro con la lingua quegli oggetti misteriosi. Lo sguardo di Christian non si stacca dal mio. Oddio, mi sto eccitando. Un fremito leggero mi percorre.
«Stai ferma, Anastasia» mi avverte.
«Basta.» Mi toglie le sfere di bocca. Va verso il letto, scosta la trapunta e si siede sul bordo.
«Vieni qui.»
Mi metto di fronte a lui.
«Ora girati, chinati in avanti e afferrati le caviglie.»
Lo guardo stupita, e la sua espressione diventa severa.
«Non esitare» mi ammonisce a bassa voce, con un tono poco promettente, e si infila le sfere in bocca.
“Accidenti, è più erotico dello spazzolino.” Mi affretto a obbedire ai suoi ordini… Ce la farò a prendermi le caviglie? Scopro che ce la faccio senza sforzo. La maglietta mi scivola sulla schiena, scoprendomi il
sedere. Per fortuna ho tenuto le mutandine, ma ho il sospetto che non dureranno a lungo.
Mi posa delicatamente le mani sulle natiche e le accarezza con il palmo aperto. Riesco a vedere le sue gambe dietro le mie, nient’altro. Stringo gli occhi mentre mi scosta lentamente le mutandine, sfiorandomi lì con il dito. Il mio corpo si contrae, in un inebriante miscuglio di ansia ed eccitazione. Mi infila il dito dentro e inizia a girarlo con deliziosa lentezza.
Oh, è fantastico. Gemo.
Il suo respiro si spezza e lo sento sussultare mentre ripete il movimento. Poi sfila il dito e piano piano infila le sfere, una dopo l’altra. “Oddio.” Dopo essere state riscaldate dalle nostre bocche, sono alla giusta temperatura. È una sensazione strana. Una volta che sono al loro posto, quasi non riesco a sentirle… ma sono consapevole della loro presenza.
Lui mi rimette a posto gli slip e si china in avanti, baciandomi dolcemente le natiche.
«Tirati su» ordina. Obbedisco tremante.
Oh! Ora sì che le sento, in un certo senso… Lui mi prende i fianchi per tenermi ferma mentre riprendo
l’equilibrio.
«Tutto bene?» chiede, con voce grave. «Sì.»
«Girati.» Mi volto verso di lui.
Le sfere sprofondano e io contraggo istintivamente i muscoli per fermarle. La sensazione è sconvolgente, ma non sgradevole.
«Com’è?» chiede.”
“Strano.»
«Strano bello o strano brutto?»
«Strano bello» confesso.
«Bene.» Sembra quasi divertito.
«Voglio un bicchiere d’acqua. Vai a prendermene uno, per favore. E quando torni, ti sculaccio. Ricordatelo, Anastasia.»
“Acqua? Vuole un bicchiere d’acqua… adesso…Perché?”
Quando esco dalla stanza, capisco che vuole solo farmi camminare: mentre lo faccio, le sfere si muovono dentro di me, praticandomi un massaggio interno. È una sensazione strana e non del tutto fastidiosa. Anzi, il mio respiro accelera mentre mi allungo per prendere un bicchiere dalla dispensa e ansimo. “Oddio…” Forse dovrei tenermele. Mi fanno venire una gran voglia di fare sesso.
Quando torno, lui mi guarda con attenzione.
«Grazie» dice, prendendo il bicchiere. Beve lentamente un sorso d’acqua e posa il bicchiere sul comodino. C’è un preservativo, pronto e in attesa, come me. So che sta facendo tutto questo per aumentare la tensione. Ho il cuore in gola. Punta i suoi occhi nei miei.
«Vieni. Mettiti vicino a me. Come l’altra volta.» Mi avvicino con cautela, con il sangue che pulsa, e questa volta… sono eccitata. Da morire.
«Chiedimelo» mormora.
Aggrotto la fronte. Cosa dovrei chiedergli?
«Chiedimelo.» Il suo tono è leggermente più severo.
Cosa? Ti è piaciuta l’acqua? Cosa intende?
«Chiedimelo, Anastasia. Non voglio ripeterlo di nuovo.» Il suo tono minaccioso mi illumina. Vuole che gli chieda di sculacciarmi.
“Porca miseria.” Mi guarda, in attesa, con gli occhi sempre più gelidi. “Merda.”
«Sculacciami, per favore… signore» mormoro.
Lui chiude gli occhi un istante, assaporando le mie parole. Prende la mia mano sinistra e con uno strattone mi tira sulle sue ginocchia. Cado all’istante, e lui mi raddrizza non appena gli atterro in grembo. Ho il cuore in gola, mentre la sua mano mi accarezza dolcemente il sedere. Sono messa in modo da avere il busto appoggiato sul letto. Stavolta non mi blocca le gambe con la sua, ma mi scosta i capelli dal viso e me li infila dietro le orecchie. Quando ha fatto, mi afferra i capelli sulla nuca per tenermi ferma. Con un leggero strattone, mi fa rovesciare la testa.
“«Voglio vederti in faccia mentre ti sculaccio, Anastasia» mormora, senza smettere di massaggiarmi le natiche.
La sua mano si infila tra i glutei, premendo contro la vagina, ed è una sensazione così… Gemo. Oh, è fantastico.
«Questo è per il nostro piacere, Anastasia, il mio e il tuo» sussurra.
Alza la mano e la abbassa con uno schiaffo sonoro sulla fessura tra le cosce e il sedere… poi lì. Le sfere vengono spinte in avanti, dentro di me, e io mi perdo in un groviglio di sensazioni. Il bruciore sul sedere, la rotondità delle sfere e il fatto che lui mi tiene ferma.
Contraggo il volto, mentre i miei sensi cercano di metabolizzare tutte queste novità. In qualche punto del mio cervello noto che non mi ha colpito forte come l’altra volta. Mi accarezza di nuovo, sfiorandomi con il palmo la pelle e le mutandine.
“Perché non mi ha tolto gli slip?” Poi la sua mano si allontana e si abbassa di nuovo. Gemo, mentre la sensazione si diffonde. Segue uno schema preciso: sinistra, destra, in basso. I colpi in basso sono i migliori. Tutto viene spinto in avanti, e tra una sberla e l’altra lui mi accarezza, mi vezzeggia, quindi è come se mi massaggiasse dentro e fuori. È una sensazione così stimolante ed erotica, e per qualche ragione, dato che l’ho voluto io, non mi importa del dolore. Non è molto doloroso, o meglio… lo è, ma posso affrontarlo.
Diciamo che è sopportabile e, sì, addirittura piacevole.
Continuo a gemere. “Sì, ce la faccio.”
Lui si ferma e mi fa scivolare gli slip lungo le gambe.
Mi dimeno, non perché voglio sottrarmi ai colpi, ma perché voglio di più… voglio il piacere. Il suo tocco contro la mia pelle ipersensibile mi provoca un prurito sensuale, travolgente, poi lui ricomincia da capo.
Qualche colpo leggero, quindi sempre più forte, sinistra, destra, in basso. “Dio, che meraviglia!”
«Brava bambina» grugnisce, con il fiato corto. Mi sculaccia altre due volte, poi tira il filo attaccato alle sfere e me le strappa fuori di colpo. Arrivo quasi all’orgasmo… è una sensazione indescrivibile.”
Le "mie" palline della Geisha sono rosa e nere, o lilla e bianche. Non sono tenute insieme da un filo, ma sono un oggetto intero, le due palline sono unite da una linguetta di silicone, che non si spezzerà mai!
Per me fanno parte del capitolo salute e benessere!
Sono la migliore palestra per la nostra vagina, che producessero orgasmi indescrivibili...e' una informazione nuova. Per inserirle sarebbe meglio lubrificarle con un lubrificante ad acqua.
Si portano quando si sta in piedi e/o in movimento. Per allenare il pavimento pelvico non e' necessario farsi sculacciare, ma se c'è un Christian Grey a portata di mano e la cosa vi eccita...
Si possono portare fino a tre ore al giorno, ma trenta minuti sono sufficienti a diminuire notevolmente l'incontinenza.
Della famosa Anastasia so solo che ha un orgasmo ogni volta che lui la guarda. Quindi non e' difficile che, con l'aiuto delle palline, esploda.
E a noi comuni mortali, invece, cosa capita, una volta indossate?
Capita che contrarre i muscoli della vagina dia piacere. Ovviamente siamo tutte diverse e non a tutte accade.
Le donne che mi ospitano non sembrano particolarmente deluse dalle mie spiegazioni, guardano le palline e sui loro visi appare la ristrutturazione di un pensiero. Qualcuna sorride tra se' e se'. Si vede che pensa "...chissà cosa mi ero immaginata..."
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