mercoledì 31 ottobre 2012

Il viaggio

Il mio viaggio verso la valigia rossa ha avuto inizio in una notte buia e tempestosa...
Sono uscita da casa sotto la pioggia, il mio cane ha pensato bene di saltarmi addosso, felice con le zampe piene di fango ed acqua...un movimento di evitamento e sono finita in una pozzanghera, così, insieme alla giacca ho sporcato anche le scarpe.
Per i 635 km successivi...non ha mai smesso di piovere! Mai!
Il buio accompagna le paure.
Troverò subito la strada? E le luci posteriori, funzioneranno? Arriverò sporca e stanca, che impressione avranno di me? E poi, piove, piove, piove...dovrò stare molto attenta...
Le gomme, quelle le ho fatte controllare un mese fa...si, su quelle non dovrei avere dubbi.
Ho ripassato mentalmente le indicazioni trovate su internet, come in una filastrocca, a Genova si gira per Alessandria...per Genova mancano circa 500 km.
Prima di Genova, beh, e' un'unica autostrada, la prima...quella del Sole!
I tergicristalli sembrano due dita che dicono " No. No. No" 635 km di disaccordo
Dove vai?
Che stai facendo?
Perché ?
Tutta sola nella notte, dove vai bella bambina?

A cercare un altro modo.

Nel primo autogrill ho preso un caffè, che a casa non avevo neanche quello, un cornetto, anche, grazie. Ho detto grazie, posso avere anche un sorriso? No.
Chi lavora in un non luogo non puo' essere gentile, da contratto.

Cosa dico a mia madre quando telefonerà ?

No, non chiamerà, almeno fino a domenica prossima.
Poi le dirò che sono andata a cercarmi un lavoro in una valigia colorata, che e' il massimo del non luogo...

Mi scopro a cantare tutto il repertorio di canzoni brasiliane che conosco.
Come quando da piccola canticchiavo per rassicurarmi, ancora oggi, quando mi sento in imbarazzo, dalla gola mi escono delle note libere e senza senso.

A Firenze scivolo sull'asfalto non drenante della prima autostrada d'Italia, autostrada del Sole. Non avevo nessuno nelle due corsie affianco a me...fosse stato il contrario avrei interrotto il mio viaggio con una sosta in ospedale.

E se avesse chiamato mamma?

La radio non mi restituisce ciò che voglio, mi piacerebbe ascoltare una bella trasmissione per autotrasportatori, di quelle in cui si parla di cosa si prova a viaggiare sempre soli sulle strade d'Italia.

A me piace viaggiare da sola.

All'autogrill vicino Parma prendo il secondo caffè, non ho ancora sonno. Sono carica, emozionata e un po' angosciata. C'è traffico, piove, arriverò in ritardo...e se non dovessi trovarle facilmente? Sarei dovuta partire mezz'ora prima! Perché sono sempre così in ritardo su tutto?

Prima di arrivare a Genova chiamo - arriverò in ritardo, forse mezz'ora... Mi dispiace! - 
E se arrivassi in ritardo di piu' di mezz'ora? 
...avrei potuto prendere il treno, partire alle 6 ed arrivare alle 11...forse sarebbe stato meglio...e' stata una stupidaggine venire in macchina...ma no, forse no, adesso vediamo, tanto finche' sto ferma nel traffico della tangenziale ho tempo per pensare.

Piove ancora.

A Genova si gira per Alessandria...finalmente sono arrivata, fino ad Alessandria ci sono ancora 100  km, Casale Monferrato e' piu' su... Sono arrivata... mancano soltanto 120 km.